mercoledì 18 marzo 2009

Cameriere, per favore caffè, amaro e conto.

Così come due amici che escono dal ristorante dopo aver mangiato, noi, Ciccio e Filippo, ci apprestiamo ad uscire dai Cobas, non senza prima d'aver pagato il conto.
Un conto salatissimo!
Un prezzo troppo alto, spropositato!
Certo, questa è l’impressione di chi paga, cosa diversa è invece l’impressione di chi deve essere pagato.
A noi il prezzo è sembrato eccessivamente elevato perché lì, abbiamo lasciato la nostra passione, i nostri sentimenti, poi traditi, di amicizia.
Siamo fuori nell’indifferenza della maggior parte dell’esecutivo. Abbiamo perso nel momento stesso in cui volevamo cambiare, nella misura in cui abbiamo lottato per far ragionare, nella misura in cui abbiamo alzato i toni affinché si potesse arrivare al cambiamento, passando anche attraverso la forza. Non volevamo costringere nessuno, ne ci sogneremo di farlo in futuro, ma secondo noi l’effetto catarsi poteva destare le menti di chi secondo noi oggi è inconsapevolmente succube. Far rinsavire, portare a guardare le cose in maniera diversa, e . . . e invece nisba.
Abbiamo perso, ma usciamo a testa alta consapevoli di non essere scesi a compromessi.
Anche l’ultimo atto che volevamo fare, sempre con il nostro stile, in risposta ad un amico, e solo per Lui, non ci è stato concesso. Il coraggio delle scelte sta proprio qui, andare avanti, non gettare la spugna, ma continuare ad essere se stessi.
Non abbiamo sbagliato nulla, ciò che abbiamo ritenuto di fare per il bene di tutti è stato compiuto. Siamo stati attenti a separare gli aspetti sindacali da quelli personali. Sfidiamo chiunque a dimostrarci il contrario. Certo abbiamo alzato i toni, abbiamo inasprito la faccenda, abbiamo provocato, ma questo, tutt'al più, doveva far pensare che quello che si chiedeva era molto importante. Vedete, siamo sempre stati abituati a farci i cazzi nostri e se qualche volta ci siamo arrabbiati con alcune persone è perché tenevamo molto a loro, altrimenti ce ne saremmo infischiati, saremmo andati per la nostra strada senza coinvolgimenti non provando trasporto. Una persona o un fatto a cui teniamo in maniera profonda si difende con tutti i metodi possibili che abbiamo a disposizione. Quindi è la difesa delle nostre idee l’unico reato di cui ci siamo macchiati.
E ora?
Niente, usciamo da soli senza squilli di tromba o quant’altro, senza la classica pacca sulle spalle che si da ad un amico per incoraggiarlo, senza quell’abbraccio a dimostrare riconoscenza.
E’ tutto vostro, da domani campo libero, senza questi due sognatori rompicoglioni a rincorrere sirene inafferrabili.
Da domani si rientra nella serietà di una sorta di finta democrazia che soffoca e censura i sogni.
Noi togliamo il disturbo, andiamo a sognare da un’altra parte.
Ciccio e Filippo.

lunedì 16 marzo 2009

COMUNICATO

E' in elaborazione un nuovo contenitore che verrà a breve pubblicizzato su questo blog, affinché chi volesse continuare a percorrere insieme a noi la strada dei sogni sia messo in grado di farlo.

A coloro che vorranno unirsi vogliamo dire:
Noi vi diamo spazio per dire la vostra.